giovedì, dicembre 15, 2005

Santa Silvia

Che la mia famiglia fosse strana e che per qualche motivo mia madre avesse deciso di non farmi festeggiare l'onomastico insieme a tutte le altre Silvia italiane (il 3 di Novembre), ma oggi, un giorno vicino a Natale, quando nessuno se lo ricorda, tranne i miei familiari, mi era sempre piaciuto. Non avevo mai fatto un indagine specifica sulle due sante (forse perche' allora non esistiva google), ne mi era mai interessato piu' di tanto. Oggi per curiosita' ho fatto una piccola ricerca e il risultato mi ha lasciato un po' interdetta, credo che l'anno prossimo mi uniformero' con il resto del mondo a festeggiare a Novembre...

Giusto per rendere l'idea...

3 Novembre: Santa Silvia era la madre di San Gregorio Magno, un Papa che s'impegnò notevolmente per la riforma della Chiesa e che ha dato il suo nome al famoso "canto Gregoriano" nella liturgia cristiana. Ma soprattutto esemplare la figura di Silvia, la madre provvida e benefica, che seppe conciliare le esigenze della guida di una famiglia, rappresentate dal Senatore Gordiano, con il desiderio di perfezione spirituale, rappresenta­to dalle due cognate. Pur senza notizie precise sul conto di Silvia la sua santità traspare luminosamente attraverso la santità del figlio. Su di lui, infatti, l'esempio e l'insegnamento della madre deve avere avuto un peso che non si può ignorare. Dopo la morte del marito la donna si ritirò a vita solitaria in una piccola casa sull'Aventino, dalla quale faceva giungere al figlio, impegnato in opere di carità, alimenti freschi da distribuire ai bisognosi.

15 Dicembre: Il corpo della martire è conservato nella chiesa bresciana di San Giovanni Evangelista. Questa Santa probabilmente era monaca, forse di origine orientale. I martirologi greci ricordano come questa sorella di Rufino, prefetto d'Oriente, fosse con la sua virtù di edificazione a tutta la città di Costantinopoli, dove visse. Qual­cuno la disse la fanciulla più dotta del suo secolo, e più zelante nel difendere, con i grandi uomini del suo tempo, la dottrina ortodossa contro le insidie dell'eresia.

Quindi perche' cavolo mia madre ha scelto quella di Dicembre... va beh, sono lusingata dal fatto che venga definita come una donna dotta e sempre in difesa dei suoi ideali contro i "grandi uomini" del suo tempo, ma che cavolo... vergine e martire? Mi sembra piu' una maledizione invece che in tentativo di anticonformismo...

p.s. Ho appena chiesto chiarimenti sulla scelta a mia madre che mi ha fatto notare che la santa del 3 Novembre non solo e' vedova, ma anche raccomandata. In pratica secondo lei e' stata fatta santa solo perche' aveve un figlio ai piani "alti". A questo punto veramente non so che scegliere...

lunedì, dicembre 12, 2005

Un vecchio film e una nuova interpretazione

Non ho resistito, oggi ho comprato il dvd che usciva dall’espresso e me lo sono rivisto immediatamente. Un film piuttosto controverso, Nicolas Cage vince un oscar e le critiche molto spesso disprezzano la pellicola dicendo che sfiora il pornografico, che e’ troppo lenta o criticando l’uso delle inquadrature sgranate. Se si legge la trama sul dvd alla fine dice: “Nella cornice di una Las Vegas opulenta e decadente le vite di due reietti si incontrano per condividere l’unica cosa che hanno in comune: la solitudine”, ma mentre fino ad oggi condividevo perfettamente questa frase, rivedendo il film ho notato sfumature diverse, sfumature reali che non avevo mai compreso fino ad ora (ed e’ pure la trentesima volta che lo vedo). Nota a parte la canzone jazz “my one and only love”, che originalmente credo fosse cantata da Luis Amstrong e suonata da John Coltrane, ma qui e’ interpretata da Sting e vale veramente la pena ascoltarla.
Comunque, chiusa parentesi, e ritorniamo al film; ok, sono entrambi due reietti della societa’, lui un alcoolista deciso a suicidarsi e lei una prostituta, ma siamo sicuri che realmente si accettino per quello che sono? Credo di no. Lei lo accetta, lo aiuta nel suo suicidio, anzi direi che quasi lo supporta in quello che sta facendo, si prende l'alcoolista cosi’ com’e’, senza domande e senza interventi. E lui? Lui la accetta veramente? Credo di no, anzi, in molte occasioni la ferisce per il suo lavoro e come vendetta per la sua assenza una notte la tradisce, certo non le chiede di cambiare, ma anche questo in senso egoistico, l’unica cosa a cui pensa e’ alla sua morte ed ad avere un “Angelo”, come dice lui, vicino. Si potrebbe obiettare che anche lei lo sfrutta, desidera cosi’ ardentemente una persona accanto che si accontenta, ma in ogni caso anche se tenta in maniera latente o inconscia di salvarlo, non lo delude mai, a costo di subire ulteriori umiliazioni. Si, credo che questa visione sia un po’ di parte, ma se si guarda bene il film nessuno potra’ mai dire che il rapporto tra i due e’ completamente alla pari, che non c’e’ una parte egoistica nella coppia, sono uniti dalla solitudine e dall'emarginazione, ma divisi dall’egoismo. Ovviamente lei(che come donna e’ sempre piu’ forte) sopravvive a tutto, il film non dice niente alla fine, non dice che strada seguira’ la donna, ma fa capire che sara’ diversa, altrimenti tutta la storia dell’analisi di lei come voce di fondo durante il film non avrebbe senso.

Ben Sanderson: I don't know if my wife left me because of my drinking or I started drinking 'cause my wife left me

Sera: Don't you like me, Ben?
Ben Sanderson: Sera... what you don't understand is - no, see, no. You can never, never ask me to stop drinking. Do you understand?
Sera: I do. I really do.

Ben Sanderson: We both know that I'm a drunk. And I know you are a hooker. I hope you understand that I am a person who is totally at ease with that. Which is not to say that I'm indifferent or I don't care, I do. It simple means that I trust and accept your judgment.

domenica, dicembre 11, 2005

venerdì, dicembre 09, 2005

By This River (Brian Eno)

Here we are
Stuck by this river,
You and I
Underneath a sky that's ever falling down, down, down
Ever falling down.

Through the day
As if on an ocean
Waiting here,
Always failing to remember why we came, came, came:
I wonder why we came.

You talk to me
As if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time,
From another time.

lunedì, dicembre 05, 2005

L’Alfa e l’Omega, il principio e la fine.

Perche’ deve essere sempre tutto complicato? Sara’ che la semplicita’ ci spaventa a morte, siamo cosi’ abituati a temere, diffidare, a giocare giochi con ruoli che cambiano sempre, che quando ci troviamo davanti qualcosa di semplice siamo portati a scappare per paura? Certo, io sono la prima a sostenere che il gioco e qualche complicazione (che molto spesso esiste soltanto nella nostra mente) mette un po’ di sale alla vita, ma che succede se saltiamo giu’ dal treno e per una volta proviamo a essere semplicemente spontanei? Ma se noi decidiamo di essere spontanei, chi ci garantisce che gli altri lo siano realmente o non sia solo un gioco ancora piu’ sofisticato che noi abbiamo creato e da cui non possiamo piu’ uscire. E’ poi tutti abbiamo degli scheletri nell’armadio che non vogliamo ammettere, allora perche’ non li dovrebbero avere anche gli altri?

La realta’, la realta’ e’ che non si puo’ mai essere completamente sinceri, ci saranno sempre cose non dette, cose non raccontate. Forse se riunissimo le menti di amici e familiari tutte insieme riusciremmo a creare una sola persona con cui siamo stati sempre sinceri, che ci conosca, che sappia tutto di noi, ma questo e’ assolutamente impossibile. Allora quando si e’ realmente sinceri, quando riusciamo veramente a dire tutto senza violare la nostra sfera intima e segreta?

Ieri sera si parlava di Blog, in particolare se si puo’ essere sinceri pubblicando un qualcosa che potenzialmente potrebbero leggere tutti e se quando scriviamo, scriviamo per noi stessi o indirizziamo esplicitamente le nostre parole verso qualcuno. Beh, io so sicuramente perche’ ho iniziato un blog. Prima di tutto ho sempre scritto (ne sono prova i molteplici diari e affini che ho in stanza), trovo lo scrivere un’attivita’ piuttosto rilassante, e poi scrivo di impulso, quando ho qualcosa su cui ragionare o riflettere mi metto davanti alla tastiera e scrivo di getto (e il risultato contorto si vede…). Secondo, l’idea e’ venuta al “francese” (e non so perche’!) in un periodo in cui io ero aperta a qualsiasi attivita’ pur di distrarmi. Terzo, era fondamentale per me il bisogno di uno sfogo pubblico, anche se ora a mente fredda, rileggendo quello che avevo scritto, tale sfogo non lo vedo. Certo in alcuni casi c’era molta rabbia, ma la verita’ dello sfogo e’ rimasta sempre in me, e’ stata filtrata dalle parole e dall’istinto, e si e’ conservata e dissolta ugualmente. Innanzitutto, molto spesso, c’e’ il desiderio di poter condividere pensieri e avvenimenti con amici anche lontani, quindi per qualcosa si, e’ vero, e’ come scrivere o raccontare qualcosa ad un amico (o ad un estraneo), e per quanto mi riguarda, chi mi conosce bene sa che non sono una grande parlatrice… Sono piuttosto sintetica ed ermetica, invece mi riesce molto meglio raccontare e seguire i miei pensieri mentre scrivo. Ma per lo piu’, devo ammettere che non e’ puramente condivisione anzi, e’ molto piu’ facile scrivere e raccontare cose quando si e’ da soli, senza lo sguardo dell’ascoltatore, forse si e’ piu’ sinceri, forse i filtri si abbassano… anche se non spariscono. Quindi direi che scrivo piu’ che altro per me, continuo nel processo di autoanalisi che fino ad ora ha dato ottimi risultati. E forse cosi’ anche chi mi conosce poco, potra’ capire qualcosa in piu’, invece di affidarsi ai giudizi sbagliati della gente.

Ed e’ questa un’altra cosa di cui vorrei parlare. Oggi rileggevo cose vecchie, rileggevo soprattutto discorsi sulle opinioni che le persone hanno sempre avuto su di me, e per mio grande stupore ho visto che non sono mai cambiate cosi’ tanto. Ma la cosa che mi ha fatto piu’ sorridere e’ stata pensare che quelle opinioni non le condividevo, non le sentivo mie allora come non le sento e condivido ora. C’e’ sempre stata la persona che scambiava il mio sorriso nel mezzo della gente come sintomo di una persona fondamentalmente felice e allegra, quando invece molto spesso e’ frutto di un’educazione sociale per cui il nascondere a volte e’ necessario. C’e’ sempre stato chi mi ha visto come la bambolina, dolce e educata, da tenere come soprammobile (questa e’ bellissima…), ma la cosa piu’ divertente e’ che c’e’ sempre stato chi ha visto e giudicato me come la str… sfruttatrice (soprattutto di maschietti) che calpesta i sentimenti di tutti a suo piacimento. Dico che questa e’ la piu’ bella perche’ immaginate come sarebbe stata molto piu’ divertente e movimentata e semplice la mia vita se fosse veramente cosi’… Cavolo a volte mi piacerebbe veramente esserlo. Comunque spero sempre che chi si trovi a leggere cio’ che scrivo possa farsi un’opinione un po’ piu’ vicina alla realta’, anche se forse la realta’ non esiste…

Concludo con una poesia di Guido Gozzano che e’ stata un po’ me nel periodo dell’adolescenza e con una frase tratta da un vecchio racconto che mi ha stupito rileggere.

… non amo che le rose che non colsi. Non amo che le rose che potevano essere e non sono state.

Il mio cuore era ormai l’unico rumore della stanza, tanto che penso che anche lui se ne fosse accorto.

venerdì, dicembre 02, 2005

Una citazione dal passato...

Continuo a guardare agli errori del mio passato, sperando non si ripetano in futuro. Sperando che io sia cambiata o quanto meno che abbia imparato. Ma le persone, anche se diventano piu' consapevoli delle proprie azioni, non cambiano e allora e' inutile fare finta con se stessi di essere quello che non si e'.

D: K. sai che dicono delle stelle cadenti?... che non si guardano con gli amici.
K: Beh, di sicuro non si riferivano a noi...

Qualche altra "perla" di saggezza, sempre dalla stessa fonte... cavolo come si puo' essere cosi' ingenui a diciotto anni... e come lo siamo a volte ancora!

"Fifteen minutes of fun, a lifetime of regret."
"I can't just kiss a guy I've had a major crush on my whole life and pretend it doesn't mean anything."
"I'm either going to be number one in your life or I'm not going to be in your life."

lunedì, novembre 28, 2005

Di nuovo qui

Di nuovo qui, trenta centimetri di neve e meno cinque di temperatura, non lo ricordavo, l'inverno scorso ero altrove. Eviterò di passare vicino casa mia, non sono ancora pronta per l'effetto, qualsiasi esso potrà essere. Forse mi farò un giro per i mercatini di Natale che tanto odiavo, ma adesso sono turista e tutto sara' diverso. E' strano come ti leghi anche ad una citta' che hai sempre odiato, e' strano come tutti i ricordi una volta coperti dall'ombra del passato diventino tutti sfumati, acquistano tutti una nota positiva, c'e' malinconia, ma non dolore, bellezza, ma non gioia, freddo, ma non solitudine.
Ieri una persona che mi conosce da poco, mi ha detto una cosa profondamente vera, come se mi conoscesse da sempre: “Tu ti adatti e ti abitui facilmente alle situazioni”, ed e’ strano perché e’ così, e’ sempre stato così. La cosa strana?... beh questa volta ho nostalgia di casa. Tre anni a Trento e mai provata questa sensazione. Chiarisco: non che non avessi nostalgia di casa, ma questa volta la sensazione e' diversa, prende allo stomaco... si e' aperto il vaso di pandora.

Emozioni racchiuse nel vaso di pandora. Si e' proprio così, detto da una persona ansiosa che ci ha messo tanto ad imparare a controllare e a ridimensionare le proprie emozioni, ora non so cosa sia meglio. Sicuramente sul lavoro la cosa più efficace e' saper gestire le emozioni. Ultimamente devo ammettere di essermi sentita molto fiera (e come ultimamente intendo nell'ultimo anno). Ero riuscita a controllare lo stress dovuto dal lavoro, sono riuscita a parlare in una delle conferenze piu' importanti nel mio settore con solo un minimo di ansia (si un po' c'era ancora) e senza la mia solita iper-preparazione e ho raggiunto buoni risultati anche senza essere sotto pressione. Il rovescio della medaglia
... Credo che il perdere le emozioni negative abbia in un certo senso bloccato anche le positive. Non so descrivere la sensazione, ma chi ha mai fatto uso di psicofarmaci forse mi puo' capire (non che io ne faccia uso, solo quando devo volare); ti rendi conto razionalmente di quello che succede, sai che forse in quella situazione avresti paura o proveresti gioia, ma non senti niente, nulla ti fa' paura, nulla ti stressa, nulla ti rende felice. E allora cerchi gioia nell'estremo, ma nemmeno quello funziona. Allora, allora qual e' il prezzo che si deve pagare al fine di avere una vita serena? Non e' forse meglio a questo punto aprire il vaso di pandora, fare uscire tutto, nel bene e nel male? Devo ammettere che il vaso non l’ho aperto io, non credo che avrei mai potuto farlo in maniera razionale, ma qualcuno lo ha fatto, molto probabilmente senza rendersene conto, molto probabilmente senza sapere delle possibili conseguenze. E mi ha dato uno stato di serenità, che però non e' assenza di emozioni, anzi e' l'insieme di tutte... rovescio della medaglia, oggi ho fatto un piccolo intervento ad un workshop, una ventina di persone in tutto, cinque minuti in totale... ma ero nervosissima.

martedì, novembre 22, 2005

Senso di colpa endemico

Come sempre, quasi tutti i miei post nascono dopo aver fatto qualche conversazione piacevole e interessante con qualcuno, ed anche stavolta e' stato cosi'. A volte troviamo degli amici o "conoscenti", a seconda delle opinioni o dei casi, con cui ci rapportiamo cosi' bene quasi da rivedere una parte di noi stessi nell'animo dell'altro. Cosi', questa volta, voglio parlare del senso di colpa, ma non del senso di colpa che nasce (o a volte dovrebbe nascere, ma non lo fa') al seguito di una azione sbagliata, ma di quel senso di colpa, quella sensazione quasi di dovere verso il prossimo, che in alcuni casi, alcune persone, si portano dietro dalla nascita, quasi come se il peccato originale fosse sempre stato presente sulle nostre coscienze.

Ora io caratterialmente sono un'iperansiosa, questa e' una cosa che purtroppo si tramanda inevitabilmente in tutto il ramo femmilile del casato, anche se, devo dire, che negli ultimi anni ho imparato a gestire ansia e stress in maniera piuttosto efficiente. E' come se avessi imparato ad essere menefreghista ed indifferente come metodo di autoprotezione. Quando la tua ansia inizia a distruggerti dal di dentro a crearti danni fisici e ulcere e' come se ci fosse un meccanismo di autoprotezione che, pur di salvarti, ti fa' diventare qualcosa che non sei e che disolito disprezzi negli altri.

Cmq, anche io sono affetta dal senso di colpa endemico, molto spesso faccio cose che non vorrei fare o che non ho il tempo di fare solo per cercare di placarlo per un po'. Mi viene in mente questa cosa proprio oggi perche' ho acconsentito a fare il lavoro di un'altra persona (il mio capo, e piu' che acconsentito direi quasi che mi sono offerta volontariamente) pur di placare tale senso. Solo che questa volta il mio senso di colpa nasceva dal fatto che negli ultimi mesi ho lavorato poco. Ora va beh, che si potrebbe semplicemente dire che se lavoro poco l'unica persona a rimetterci realmente sono io, ma la realta' dei fatti e' che io non mi sento in colpa verso me stessa, ma verso gli altri. E' come se pensassi che la mia inettitudine ultimamente possa far calare la fiducia che i miei collaboratori hanno verso di me... e questo mi fa star male.

Sull'onda dell'autoanalisi potrei quasi dire che uno dei miei primi ricordi di infanzia e' stesso legato al senso di colpa. Ero piccola, molto piccola e come al solito stavo litigando con mia madre. Io sono sempre stata piuttosto vivace e insopportabile e mia madre e' una santa donna dalla pazienza e dal perdono infiniti. In ogni caso quando lei era giovane e io infante, lei soffriva di svenimenti (io ovviamente questo non lo potevo capire allora), e mi ricordo appunto che durante uno dei nostri soliti litigi lei svenne... Per me era come se fosse morta, io ero sola in casa e non sapevo che fare, mi misi a piangere ed ad urlare che se fosse tornata in vita io non sarei stata piu' cattiva e monella... il senso di colpa per aver ammazzato mia madre mi aveva letteralmente sconvolto...

Una teoria sociologica usa il termine "autodiretto" per indicare il senso di colpa che nasce dalla differenza esistente fra un'immagine ideale di sé e l'immagine che si percepisce concretamente. Il senso di colpa nascerebbe cioè dal "non essere all'altezza" e troverebbe terreno fertile in una personalità fortemente autocritica. Beh si, in realta' fortemente autocritica lo sono sempre stata.

Sembra che la colpa di tutto il mondo si riunisca per rendere colpevole l'individuo oppure (ciò che vuol dire lo stesso) ch'egli, diventando colpevole, si senta reo della colpa di tutto il mondo.
S. Kierkegaard

domenica, novembre 20, 2005

Mi potete anche chiamare Grimilde… ma oggi c’e’ il sole!

Avete mai notato com’e’ piu’ facile scrivere quando si e’ tristi e giu’ di morale. I pensieri volano a mille e sono tanti e contorti, il pessimismo ci fa’ da tela bianca su cui scorre veloce il pennello della malinconia e della mancanza di ragione. Tutti amano gli scrittori tormentati e passionali, se non c’e’ un dramma, un evento catastrofico che cambia irrimediabilmente la vita dei personaggi e li porta all’autodistruzione, il libro non ci interessa, ci annoia. Non solo, anche la comicita’ nasce sempre da una qualche mancanza o carenza, o quando ci accorgiamo che la nostra vita sembra scritta da un commediografo ALCOOLISTA. Insomma, la felicita’ infondo ci annoia quando la leggiamo perche’ pensiamo non ci appartenga.

Allora questo post noioso lo devo scrivere per me, perche’ non si ha una visione completa di qualcosa se non si guarda da ogni singolo lato, non si descrive da ogni aspetto. Ebbene si’, stamattina se mi dovessi descrivere sarei sicuramente un libro illustrato per bambine. Il sole e’ freddo, ma mi riscalda, gli uccellini cinguettano e il mio umore e’ una favola. Uh, mamma mia, gia’ sono noiosa, ma non e’ questo il bello di essere estremamente lunatici, devi passare giornate di m… senza nessun motivo, per poi passare a quelle che sono fantastiche per la stessa ragione… cioe’ nessuna! Sto imparando a dare spazio nella mia vita alle persone e a non fermarmi ai primi giudizi e a non ascoltare le opinioni che non siano le mie. Qualcuno mi puo’ anche chiamare Grimilde, ma l’unica opinione che conta veramente per me e’ quella delle persone che mi hanno dato la possibilita’ di farmi conoscere, nel tempo, negli anni e a cui io ho ricambiato tale possibilita’. Tutto il resto in questo momento mi fa’ solo morire dalle risate… perche’ c’e’ il sole.

p.s. A proposito di Grimilde, c’e’ questo commento online alla favola di Biancaneve che vale realmente la pena di leggere.

venerdì, novembre 18, 2005

The return of the space cowboy

Libera traduzione...

Ogni cosa e' buona, e marrone (ehm... la seconda non la condivido troppo)
Sono dinuovo qui (non e' passato poi tanto!)
Con un sorriso solare sul mio volto (si si!)
I miei amici sono a portata di mano (o a portata di msn)
E tutte le mie inibizioni
Sono sparite senza lasciare traccia (beh, non esageriamo ora!)
Sono felice di aver trovato
Qualcuno su cui contare (e lo sapete bene)

Questo e' il ritorno dello space cowboy
zona interplanetaria dalle buoni vibrazioni (non credo che sia proprio cosi', cmq)
At the speed of cheeba (ma che cazzo vuol dire cheeba?)
Tu e io andiamo piu' in profondita' (un tu generico, ovviamente...)
Forse devo solo "get high" (non traduco, ma e' palese...)
Per farcela

Ogni cosa e' buona, e verde (gia' condivido di piu')
Sono rossa di nuovo (di nome e di fatto?)
E non credo che precipitero' (nessun viaggio in vista... :P)
Lo posso vedere chiaramente, cosi' alto nel cielo
Un uomo con cornici psichedeliche (anche di questa mi manca il senso...)
Lui e' contento di aver trovato
Qualcuno su cui contare

venerdì, novembre 11, 2005

Sospensione a tempo indeterminato

Ebbene si, annuncio agli avventori di questo blog, sporadici e non, che per un po’ di tempo ho intenzione di non scrivere piu’ niente. Nemmeno piu’ una poesia Zen, un testo di canzone malinconica o una citazione da un film che amo, niente piu’. Cerchero’ di concentrare tutte le mie velleità da scrittrice di blog cercando di scrivere questa cavolo di tesi che non riesco a buttar giu’. Dico a tempo indeterminato perche’ non so’ quando saro’ in grado di scrivere di nuovo. Avevo iniziato il blog con l’intenzione di non fare la solita epopea da adolescente e semmai raccontare di vita e di idee, ma in questo momento come direbbero gli americani “my life sucks” e le uniche idee che ho in testa sono piuttosto tristi e confuse. Lo so che si potrebbe obiettare che tutti i miei post sono piuttosto confusi e a volte anche tristi, ma c’era sempre uno stimolo, a volte anche rabbia. Ora di stimoli ne ho pochi per non dire nessuno) e la rabbia e’ andata via, quindi stavolta i pensieri me li tengo per me almeno fino a quando non mi saro’ chiarita un po’ di cose, o fino a quando non ci sara’ qualcosa di interessante da raccontare (e dire che io mi vanto di aver avuto una vita e una serie di esperienze piuttosto intense), o fino a quando non ci sara’ un nuovo stimolo a guidarmi. Si, perche’ io senza stimoli proprio non funziono, tutto quello che ho fatto nella mia vita si puo’ dire essere sempre stato guidato o motivato da uno stimolo forte. Tutto il resto, cio’ che non aveva stimoli alla base, e’ rimasto tra le cose che ho iniziato e mai portato a termine. In questi ultimi anni ho visto molti dei miei obiettivi e sogni realizzati, ma anche molti andati in frantumi (sono sempre stata una donna dalle mille aspettative e fantasie) ed ora che non so sogni e fantasie devo cercarne di nuovi, mi devo inventare daccapo. Beh, credo che questo sia tutto per ora, spero di ritornare a scrivere presto, ma piu’ per me che per i miei tre lettori, perche’ cio’ vorra’ dire che sono di nuovo in piedi e che non dovro’ comportarmi come Orlando Bloom in “Elisabethtown”…sto bene… sto bene… sto bene.

Vi lascio con una frase appena citatami via msn dal mio caro amico Ziro (che mentre qui sono le due di notte lui e’ a Honolulu a godersi il sole…)

chi ha subito un danno è una persona pericolosa
perchè sa di poter sopravvivere

giovedì, novembre 03, 2005

Devil May Care - DIANA KRALL

No cares for me
I'm happy as I can be
I learn to love and to live
Devil may care

No cares and woes
Whatever comes later goes
That's how I'll take and I'll give
Devil may care

When the day is through, I suffer no regrets
I know that he who frets, loses the night
For only a fool, thinks he can hold back the dawn
He was wise to never tries to revise what's past and gone

Live love today, love come tomorrow or May
Don't even stop for a sigh, it doesn't help if you cry
That's how I live and I'll die
Devil may care

mercoledì, novembre 02, 2005

Rebound, Remake, Everything all over again?

Tutto e’ stato sempre visto dal di fuori, dalla parte delle ragazza fidanzata che vede le sue amiche single, un po’ le invidia e un po’ le compatisce. Non si spiega come mai ragazze brillanti e carine possano essere cosi’ angosciate da non avere quasi piu’ voglia di uscire e di confrontarsi col mondo esterno, per poi cadere innamorate immediatamente dopo del primo uomo che dimostri un vago interesse nei loro confronti, del primo uomo che si distacca di poco dalla pletora degli uomini comuni. Io ora mi chiedo, sara’ veramente cosi’ stressante avere a che fare con uomini sbagliati e pessimi, dover riaffrontare tutto il circuito di appuntamenti, conoscenze, relazioni, che poi puntualmente finiscono in una perdita di energie e tempo, cioe’ siamo cosi’ stressate da tutto questo che decidiamo di starcene a casa e lasciar stare o prima o poi la soglia dell’innamoramento si abbassa al compromesso estremo?

Un amico, un paio di giorni fa, mi ha scritto che si chiedeva come mai riusciva sempre a rovinare qualsiasi relazione in cui si imbattesse e che in ogni caso era speranzoso perche’ aveva la capacita’ di innamorarsi ogni sera. Ora a parte il fatto che lui e’ fortunato in quanto vivendo in una nuova citta’ ha la possibilita’ di incontrare nuove persone, cosa che a Caserta citta’ piccola e piuttosto provinciale e’ praticamente impossibile, credo che il fatto di avere l’infatuazione facile sia una cosa comune al genere umano. Si incontrano persone carine, socievoli e attraenti (apparentemente), ci si flirta per una serata, poi ci si pongono aspettative, ma alla luce del giorno tutto e’ diverso, gli sforzi sono inutili se non c’e’ un sentimento vero e quello che vorremmo ritrovare immediatamente e’ l’intimita’ e la sicurezza, che invece non si ottengono cosi’ facilmente. Cosi’ decidiamo che era solo un flirt e andiamo avanti. Questo credo che sia il retaggio piu’ pesante che ti lascia una storia d’amore duratura (ma in fondo la durata non conta, e’ sempre una questione di intensita’), ricordi l’intimita’, ricordi la sicurezza e il conforto che ti dava un abbraccio, ed e’ quello che rivorresti subito, ma che non puoi ottenere a meno che non ti illudi e fingi. E allora a volte nella tua vita ricapitano quelle persone che la sicurezza ed il conforto e la passione te l’avevano gia’ data, e tu rivedi negli, sguardi nelle parole e nei gesti familiari quello che tu credevi andassi cercando, ma nemmeno quello funziona un gran che’. Se le storie finiscono ci sara’ stato un motivo, le coppie che si rincontrano dopo tanti anni, si riscoprono innamorate e vivono insieme per sempre felici e contenti sono solo parte del retaggio mitologico urbano, storie fatte par dare speranza ai single infelici. Allora non solo niente re-runs con persone gia’ frequentate, ma secondo me non e’ possibile nemmeno con persone che conosci da troppo tempo. Sono sempre stata a favore del colpo di fulmine, dell’attimo iniziale in cui una cosa o succede o viene persa per sempre. Ma forse sta proprio qui il mio errore e la mia mancanza di maturita’? Quando un remake ha senso?

lunedì, ottobre 31, 2005

Happy Halloween!

Buon Halloween a tutti! Siamo in vena di nostalgie? Beh, direi proprio di si. Lo so che ho rotto ampiamente le palle con questa storia, ma lo scorso inverno oltre ad aver mutato la mia vita completamente sotto molteplici aspetti, mi ha lasciato una serie di ricordi indelebili.
Ricordo i bambini vestiti andare in giro per la citta' divertiti e bussare alle porte in cerca di caramelle, la citta' diviene un immenso parco giochi in cui scorrazzare felici e liberi. Le case di periferia tutte addobbate con luci, maschere e festoni come se fossero tutte case delle streghe, e loro liberi, felici e soli in giro. Non credo che in Italia nessuno manderebbe mai bambini tanto piccoli in giro da soli, eppure la', posto notoriamente piu' pericoloso, forse piu' per mistificazione che per dato di fatto, loro sono liberi. E' come se ci fosse una netta separazione tra il bene e il male. Ci sono quartieri in cui le violenze domestiche e le sparatorie sono all'ordine del giorno e posti in cui si lascia la porta di casa aperta... certo che per un bambino deve essere realmente divertente vivere nel mondo delle contraddizioni e dell'incoerenza assoluta.

Ricordo la festa organizzata dal mio ufficio a casa del mio capo... ragazzi e che casa! Era questa enorme villa sul lago. E quando dico sul lago intendo realmente sul lago, infatti sul l'altro lato della casa c'era una enorme balconata in legno, tipo palafitta sull'acqua. Signori comunque una casa realmente da sogno. Mi ricordo che mi offrirono vino trentino, che io ovviamente inorridita rifiutai optando per uno locale. Naturalmente lo so che il vino trentino sarebbe stato molto piu' buono, ma che c....

Ricordo poi la nottata passata in giro per i locali del centro, anche noi vestiti o "travestiti". Con noi c'era Tony Manero, una ballerina di charleston, uno Jedy, una strega (quella in ogni halloween che si rispetti non manca mai) ed io cheerleader di High School. E poi, e poi l'after fatto a casa di un amico a giocare a indian poker, un gioco di cui tuttora non ho capito le regole (anche se credo che in realta' non esistano nemmeno), il cui unico scopo era quello di continuare a bere per ammazzarci definitivamente. Ed e' forse questo che mi manca, forse era perche' avevo tutti amici piu' giovani, forse perche' la mentalita' e' diversa, ma le sere spensierate, senza pretese, con gli amici a fare cazzate molto poco impegnative, beh mi hanno fatto rinascere.

martedì, ottobre 25, 2005

Update edilizio

Non e' ancora completa, devo far incorniciare delle foto e riordinare le cose, ma vi do' un piccolo update. p.s. e' sempre lo stesso angolo delle foto precedenti.

Fascino d'Oriente

MASAHIDE (1657-1723)
Il tetto s'e' bruciato -
ora
posso vedere la luna.
KANDO (1825-1904)
E' come se le nostre teste fossero in fiamme, il modo
con cui ci applichiamo al perfezionamento di cio'.
Il futuro e' nient'altro che un palpito, supera te stesso,
persisti: lo sforzo piu' grande e' sufficiente.
HAKUYO
Sopra il picco una distesa di nuvole,
il fiume e' freddo alla sua sorgente.
Se vuoi vedere,
scala la cima del monte.
MAKUSHO
Per amore di cose vecchie e senza pregio,
ho disprezzato quelle che cercavan la verita'
fuori da se stesse:
qui, sulla punta del naso.
SOAN
Navigando lungo il Fiume degli Uomini, ho udito
un richiamo: profondo, regolare.
Cercando cio' che avevo perduto,
trovai una schiera di santi.
M.
La mia forza di volonta' aumenta
di momento in momento.

martedì, ottobre 11, 2005

Un piccolo esperimento

Riguardo al post di ieri ho un piccolo esperimento da proporre. Qui sotto ci sono due personaggi di South Park che dovrebbero rappresentare me. Uno l'ho fatto io e l'altro un mio amico. Gia' dalla differenza tra due si puo' capire cosa intendevo io sulla percezione. In ogni caso, secondo voi, quale dei due ho fatto io e a quale somiglio di piu'?

Karma e Boomerang

Parliamo ancora di dejavu' e possibili coincidenze, ma questa volta con un fattore in piu': il Karma. Karma e' una parola che ha origine dal sanscrito e vuol dire "azione". Tali azioni secondo la dottrina buddista possono essere fisiche (comportamento), verbali (parole) e mentali (pensieri) (pensieri come azioni.... allora mi sa che siamo messi tutti maluccio).

La scienza considera molto importanti le relazioni di "causa" nel mondo fenomenico. Ogni evento fenomenico ha la sua causa, ed ogni causa avrà il suo effetto; questa è la terza legge di Newton. La legge di causa ed effetto e' conosciuta nella Letteratura come "legge del karma" e simboleggiata nella Bibbia dalla frase "ciò che semini raccoglierai". Le dottrine orientali ci dicono che la legge del Karma non e' mai una punizione, ma un sistema "didattico", cioe' qualcosa da cui si puo' trarre insegnamento; se si fanno le cose giuste, tutto andrà bene, mentre se si fanno cose sbagliate tutto andrà male; così è possibile imparare dai nostri errori. Ogni azione umana positiva o negativa, una volta compiuta, non svanisce con il passare del tempo. Ogni atto rimane nella vita come forza potenziale o energia, influenzando il corso dell’esistenza da quel momento in poi.

“Se una persona commette un atto buono o malvagio, essa stessa diventa erede di quell’azione. Questo perché quell’azione in realtà non svanirà mai” (Udana).

In ogni caso, secondo la dottrina, le conseguenze delle mie azioni presenti dovrebbero manifestarsi nella mia vita futura, ma, a quanto sembra, si devono essere anticipate un po'. Il Karma o come lo chiama un mio "amico", l'effetto Boomerang delle nostre azioni mi si e' manifestato ultimamente, le mie azioni cattive di dieci anni fa sembra che mi siano ritornate tutte in questo periodo. Ora la domanda e' lecita, come fai a dire che sono proprio quelle azioni cattive ad esserti ritornate e non qualche altra cosa? Beh, a dire il vero nemmeno io ci avevo pensato se non fosse che in questi giorni il mio passato "remoto" si e' manifestato con una serie di coincidenze con il mio passato "prossimo". Si puo' partire dal piu' banale evento manifestatosi in un sogno (si si, lo so, i sogni non sono un indice significativo, ma soltanto una manifestazione del nostro subconscio) a tante altre coincidenze quali la ripetizione di alcuni nomi improvvisa o a email stranamente ricevute dal passato. Tutto questo mi fa rabbrividire, se l'effetto boomerang esiste veramente allora dobbiamo stare attenti? Ma forse tutto questo mi consola anche, se tutto quello che facciamo ci ritorna sempre e sperando bene ritorna in questa vita in cui sei cosciente di quello che hai fatto e puoi veramente imparare, anzicche' nella vita futura in cui non ricorderai un cazzo, allora perche' questa legge divina del causa effetto dovrebbe valere solo per me e non per tutto il resto del genere umano? Beh, questa e' la cosa piu' confortante di tutto. Ma mi sorge anche un dubbio, perche' il mio passato ritorna ora e non qualche mese fa? Mi sta di nuovo mettendo alla prova? Cavolo, questa volta faro' gli stessi errori? Siamo destinati a fare gli stessi sbagli all'infinito?

A proposito di Karma, ho trovato questo sito web in cui inserendo data e ora di nascita puoi risalire ad una delle tue vite passate. Ovviamente una cazzata, ma voglio commentare.


Il tuo profilo nella vita passata
Anno: 1209
Luogo: Lussemburgo
Chi ero: Falco formidabile ed instancabile cacciatore.
Personalitá: Ricercavi la sicurezza affettiva in animali molto piu' maturi di te e questo e' cio' che tendi a ripetere nell'attuale esistenza.
Missione vita attuale: Come fecero molti mahatma (grandi personaggi) del passato, ebbene tu imparerai a essere umile, e a obbedire al dharma (legge spirituale).

Beh, l'idea del falco e della cacciatrice mi piace abbastanza, ho qualche dubbio sulla questione della personalita'. Se ricerco la sicurezza in animali piu' maturi di me, come mai ho sempre avuto ragazzi piu' giovani e decisamente meno maturi di me? Forse il discorso e' sempre quello, ripetere i propri errori all'infinito fino a che non ci entra nella capoccia dura. Per quanto riguarda la missione di vita, forse mi farebbe bene ogni tanto essere meno sicura e piena di me, potrei iniziare con lo smettere di correggere sempre gli altri quando sbagliano (contenta Mary?).

lunedì, ottobre 10, 2005

Sulla percezione di se stessi...

Deep Blue nel 1997 batté il più forte scacchista umano del mondo, Garry Kasparov, ma nessuno direbbe mai che quella macchina era una macchina pensante. Forse il calcolatore dell'IBM aveva dimostrato di avere un comportamento intelligente (meglio una abilita') superiore allo sfidante, il problema pero' e' che non avesse la minima idea ne' di stare giocando a scacchi ne' quantomeno di esistere. Nell’ambito delle tematiche della intelligenza artificiale ci si sta interrogando su cosa s’intende per coscienza. Ovviamente qui non si parla di coscienza morale (anche se direi che qualcuno ne parla, ma per me l'etica di una macchina e' ancora un concetto piuttosto difficile da digerire), bensì la consciousness, cioe' la capacità di un soggetto di fare esperienza dei propri pensieri, di se stesso e del mondo. La coscienza quindi come percezione di se stessi come esistenti nel mondo e della differenza e somiglianza con gli altri uomini. Concetto in un certo senso gia' presente nella cibernetica con le idee di ricorsivita', auto-referenza e autologia, concetti che hanno a che vedere con sistemi in grado di operare su se stessi. Quello di cui vorrei scrivere ora e' proprio qualcosa sui concetti di introspezione e riflessione, ovviamente da un punto di vista piu' banale e meno complesso, non parlero' quindi di coscienza e riflessione sul pensiero, anche se i processi ricorsivi c'entrano comunque.

Partiamo dal molto banale, qual'e' l'immagine di se stessi? Dal punto di vista strettamente fisico tale immagine piu' variare completamente, si dimagrisce e si ingrassa, si cambia colore dei capelli e la chirurgia plastica puo' fare la differenza, ma la nostra immagine, almeno quella percepita da noi stessi come cambia? Ora nel mio caso ultimamente ho perso piuttosto peso, la bilancia dice che sono dimagrita di 10 kg, la cintura di jeans mi ricorda a scadenza settimanale che devo fare un nuovo buco, i vestiti di un tempo riniziano ad entrarmi. Questi sono dati oggettivi esterni, qualcosa che possiamo misurare ed osservare a livello sperimentale e che sono indice di un cambiamento. Inoltre se guardo alcune mie vecchie foto (ovviamente non troppo vecchie) inorridisco e vedo una persona che non riconosco. Da notare bene che guardare una foto, non e' come riflettere su se stessi od osservare se stessi, e' sempre un'osservazione di un'entita' esterna. Comunque, per arrivare al punto della questione, se io mi guardo allo specchio non noto nessuna differenza, vedo sempre questa identita' (che dovrei essere io, ma chi me lo assicura?), sempre uguale, con nessuna differenza sostanziale, forse sono diventata un bignami di me stessa, ma la mia percezione di me non e' cambiata affatto. Quando sentivo parlare di anoressia e vedevo donne scheletriche dire che quardandosi allo specchio continuavano a vedersi grasse, si pensa subito che sia un problema mentale legato alla malattia, ma non sara' soltanto che la percezione che abbiamo di noi, per quanto sbagliata che sia, resta immutata?

A questo punto visto che abbiamo comunque bisogno di una percezione dell'immagine di noi stessi a volte andiamo cercando di comprendere e di percepire la nostra immagine attraverso altre macchine pensanti, ovvero attraverso l'interazione col mondo e coi suoi abitanti. Un processo direi ancora piu' rischioso e fuorviante. Primo per poter avere un'idea dell'immagine che di noi hanno gli altri, non potendo entrare nella loro testa, abbiamo bisogno di comunicazione. A questo punto i filosofi del linguaggio mi potranno dire che per quanto si possa avere lo stesso background culturale e sociale, per quanto si usi lo stesso linguaggio c'e' sempre un'ambiguita' semantica nell'interpretazione. Cioe' noi interpretiamo le frasi degli altri e quindi la descrizione di noi stessi secondo il modello mentale che abbiamo del linguaggio e quindi anche secondo il modello mentale che abbiamo di noi? Questo tipo di processo puo' diventare una catena infinita di ricorsioni, noi che interpretiamo noi stessi a partire dall'interpretazione che noi diamo dell'interpretazione che gli altri ci danno e cosi' via. E tutto questo senza raggiungere nessun risultato. E allora? ? E allora visto che avere un comportamento intelligente e’ diverso dall’avere una coscienza di se, in alcuni casi e’ meglio non pensarci.

lunedì, ottobre 03, 2005

I want the truth to be said

Sono a Trento da ormai quattro giorni e la citta' mi sta gia' distruggendo. In realta' non so se sia la citta', il lavoro o il clima, ma l'apatia che ho quando sono qui' e' sempre considerevole. E' strano notare anche come il mio umore si trasforma repentinamente e i miei pensieri e i miei atteggiamenti diventano immediatamente quelli di un uomo single, uno di quelli della razza peggiore. Questo tipo di atteggiamenti li ho sempre avuti qui, anche quando ero fidanzata. Tutte le varie manie che uno ha quando vive da solo e in una citta' come questa non si perdono facilmente e basta tornare qui per riprenderli subito tutti e sempre piu' accentuati. Pero' e' strano come e' diverso quando sono a casa dei miei, forse sara' per il fatto che li' lavoro di meno e quindi sono meno stressata, o per il fatto che esco di piu' e quindi sono piu' socievole o direi "sociale" e non sfogo rabbia e repressioni sulla mia famiglia. Cmq sara' divertente vedere quello che succedera' questo inverno a casa, quando con lo stress della tesi avro' i nervi a fior di pelle.

"In a way he was like the country he lived in, everything came to easily to him. But at least he knew it."

Katie Morosky Gardner: Wouldn't it be wonderful if we were old? Then we could say we survived all this. Everything thing would be uncomplicated, the way it was when we were young?
Hubbell Gardner: Katie, it was never uncomplicated.

mercoledì, settembre 28, 2005

Tabula Rosa!

Sono distrutta, tre giorni di lavoro non stop, e ora c'e' da rimontare tutto. I tempi saranno lunghi per due motivi. Primo, ho deciso di fare pulizia di robba vecchia, quindi prima di rimettere le cose a posto devo controllare tutto. Secondo, prima di appendere i quadri devo aspettare il mio ritorno da Trento a meta' Ottobre, la maggior parte delle stampe che preferisco sono ancora appese li'.

Prima Prima

lunedì, settembre 26, 2005

Lilla...

Stamattina sono uscita con mio padre e siamo andati a comprare 15kg di vernice per la mia stanza che ho ripromesso di ridipingere il prossimo sabato (ho scoperto piacevolmente che il lavoro manuale aiuta a distrarsi). La mia stanza ora e' bianca (per volonta' di mia madre) e all'inizio forse avevo preso in considerazione di lasciarla bianca. Un'altra possibile opzione sarebbe stato il blu (uno dei miei colori preferiti), un bel blu profondo, intenso e scuro. Cosi' ho iniziato a pensare che le mie due possibili opzioni forse erano troppo estreme, cosi' come decidere tra il bianco e il nero, ma visto che sono in fase di transizione, allora perche' schierarsi? Cosi' come sempre, se nel mezzo sta la virtu' ho optato per un colore nel mezzo, una tonalita' intensa ma non troppo scura, profonda e di carattere ma senza che fosse troppo eccentrica... il LILLA.

Cmq, oggi pomeriggio ho iniziato a staccare quadri, poster e stampe dal muro, non e' stato cosi' traumatico, anche se ora vedere tutte queste pareti bianche piene di buchi (86 chiodi) mi spaventa un po'. La cosa piu' divertente e' stata smantellare il pannello dei ricordi. Avevo sul muro questo pannello di compensato su cui attaccavo foto, biglietti di treni con un qualche significato (che ora ho dimenticato), articoli di giornale col mio nome sopra (beh, si egocentrica anche da piccola), foto di tutti quei modelli che a 14 anni pensavo fossero gli uomini perfetti (che ingenuita', la storia di Marcus la racconto la prossima volta), testi di canzoni, biglietti di concerti, c'era anche il mio foglio rosa (e quest'anno a Dicembre mi scade la patente). Ma la cosa che mi ha fatto piu' ridere e' stata trovare sotto quell'ammasso di cose appese un cartello "vietato fumare", cioe' vietato fumare, io che oramai sono 10 anni che fumo, e forse ho iniziato anche prima, con un cartello vietato fumare. Beh credo che veramente sia ora di far spazio a nuovi ricordi...

(p.s. forse in un altro momento, e guardando tutti i miei precedenti post avrei usato piu' punti esclamativi, ma ieri leggendo un libro ho trovato queste parole: "Non soccombere, mi spronavo. Combatti. Temevo soprattutto la mia crescente incapacita' di fermarmi in un pensiero, di concentrarmi in una azione necessaria. Mi spaventavano le torsioni brusche, non governate. E tu non sei una donna di trent'anni fa. Tu sei di oggi, aggrappati all'oggi, non regredire, non perderti, tieniti stretta. Soprattutto non ti abbandonare a monologhi svagati o maledicenti o rabbiosi. Cancella i punti esclamativi.")

domenica, settembre 25, 2005

Prossimita' o Approssimazione

Oggi non ho voglia di scrivere, ne' di ascoltare i miei pensieri. Guardero' la tv per intorpidire la mente e se mi passa il mal di testa leggero'. Una sola domanda rimane fissa e indelebile: fino a che punto la mancanza di decenza umana puo' arrivare?... Sono indignata, ma passera' anche questo. Ma forse la risposta e' insita proprio nella domanda, se non si ha decenza si puo' davvero fare di tutto!

mercoledì, settembre 21, 2005

Cambiamenti e Ripercussioni

Ieri sera un saggio amico a cena mi ha detto "se devi fare dei cambiamenti drastici nella tua vita e' meglio se li fai tutti insieme!". Non so se ha ragione o no, e poi stavamo parlando banalmente di un taglio di capelli, ma mi ha dato da pensare parecchio... (cavolo, io invece dovrei cercare di dormire la notte!). Ho sempre creduto che per adattarsi ai cambiamenti ci volesse del tempo, piccole modifiche alla volta in modo tale da non minare un equilibrio difficilmente conquistato, un po' come una casa e i terremoti, piccole scosse la fanno ondeggiare, ma se e' costruita bene non la tirano giu'. Ma quando i cambiamenti non sono cosi' piccoli, ma sostanziali, e' meglio uno alla volta o tutti insieme? Effettivamente restando nella metafora edilizia converrebbe tirarla giu' sta cavolo di casa una volta per tutte e ricostruirla (piu' solida), anzicche' doverne ricostruire un pezzo alla volta, almeno la fatica si fa una volta e basta anche se e' forse piu' difficile. A dire il vero il segno che c'era bisogno di un cambiamento su tutti i fronti l'ho avuto gia' quando in prospettiva di dover ritornare a vivere a casa dei miei genitori dopo tre anni (e credetemi di per se e' gia' una bella mazzata se non fosse anche per tutto il resto!) ho deciso di ripulire la mia stanza dalla roba vecchia e darle un aspetto piu' "decoroso". Il che per un osservatore esterno puo' anche sembrare una cosa normale, se non fosse che la mia camera e' quella di una adolescente. Ho iniziato a mettere cose nella stanza, ad appenderne altre sui muri da quando avevo 14 anni. Non ho mai tolto niente, solo aggiunto e mi andava una meraviglia cosi', mi dava protezione, sicurezza, mi teneva legata a ricordi felici e bei momenti. Perche' sento il bisogno ora di liberarmi di tutto e di rendere la stanza piu' asettica e forse con meno personalita'. L'eta' dell'innocenza e' finita lasciando al posto forse ad un po' piu' di classe e stile, ma allo stesso tempo alla sobrieta' e freddezza?
Beh cavolo, mi sa che in questi ultimi mesi oltre a perdere 8 kili, ho acquistato 8 anni di maturita' in un colpo solo.... nooooo non volgio.... o forse si! ... sono decisamente Borderline!

p.s. ieri sera sono andata al cinema da sola, cosa che molte persone criticano e a molte spaventa (in realta' il cinema non e' una attivita' sociale, quindi andarci da soli o in compagnia e' la stessa identica cosa). CMQ ero andata a vedere questo film come catarsi. Avevo pensato, va bene, vedo il film, molto probabilmente mi faro' un pianto e passero' la notte a rifletterci. E invece NO! Il film era tristissimo e ben recitato, i sentimenti della protagonista toccavano nel profondo tutto quello che avevo provato, e a me... a me ha fatto sorridere... per quanto ci possiamo credere esseri unici e speciali sulla faccia della terra quando si tratta di sentimenti siamo tutti sulla stessa barca, facciamo le stesse cose, proviamo le stesse cose, possiamo essere catalogati da qualsiasi psicologo del cavolo... mi sono sentita banale... ma felice!

"Come mi sento? come una pianta senza acqua!"

martedì, settembre 20, 2005

Roma, notte bianca

E' martedi' e non credo ancora di essermi ripresa del tutto. Primo vorrei ringraziare in compagnelli di sventura per avermi fatto passare un week-end diverso e divertente, anche se mi hanno fatto mangiare troppo, secondo credo di essere stata fortunata a non beccarmi un raffreddore da cani con tutta l'acqua che abbiamo preso!

Woman in Diner (Estelle Reiner): "I'll have what she's having."
Harry Burns ( Billy Crystal ): "How long do you like to be held afterwards? All night, right? See? That's the problem. Somewhere between 30 seconds and all night is your problem."

Sally Albright ( Meg Ryan ): "It's just that all men are sure that it's never happened to them and most women at one time or another have done it. So you do the math."
Harry Burns ( Billy Crystal ): "You go back to her place. You have sex and the minute you're finished, you know what goes through your mind? How long to I have to lie here and hold her before I can get up and go home."
Marie (Carrie Fisher): "What I'm saying is that the right man for you might be out there right now and if you don't grab him someone else will and you'll have to spend the rest of your life knowing that someone else is married to your husband."

mercoledì, settembre 14, 2005

30 things to do before you're 30

Stavo leggendo le trame di alcuni film e mi e' passato sott'occhio questo film inglese, il cui titolo evidentemente si ispira ad un noto telefilm degli UK (20 things to do before you're 30), e mi ha fatto pensare alla passione che la cultura americana ha per il fatto di stilare e compilare liste, appunto. Si fanno liste dei pro e dei contro per decidere un possibile fidanzato, la lista delle cose da fare nella giornata, la lista dei libri da leggere, la lista dei posti in cui andare, del lavoro da svolgere, insomma sono (siamo?) maniaci delle liste. Fateci caso che anche i format comuni dei blog (fatti in America) hanno sempre anche liste da fare e da riempire. Ora sembra anche che tra tutti i vari libri di "Self Aid" (tipo, come conquistare un uomo, come vivere da soli, come vincere le paure... etc) che con mio grosso disappunto stanno diventanto molto popolari anche in Italia, uno dei libri piu' regalati al diplomando americano sia appunto "cose da fare prima dei trent'anni". Essendo io sulla soglia dei 30 la mia curiosita' mi ha portato a cercare piu' informazioni in proposito, per la serie: vediamo quello che ho gia' fatto e quello che mi manca. Dal punto di vista della cultura americana sembra che le attivita' piu' accreditate da fare prima dei 30 siano tutte dal punto di vista dell'illegalita' e del rischio fisico (questa e' la lista piu' seguita), basta leggere solo le prime voci e si trovano cose tipo: sparare a qualcuno, finire all'ospedale dopo un incidente, e anche qui devo dire che con mio stupore ho un punteggio di 21 su 50. Se poi andiamo a guardare tutte quelle riviste altamente culturali tipo Cosmopolitan, GQ, Men's Health troviamo anche qui le famose liste, solo che questa volta la maggior parte delle cose da fare prima dei 30 sono di origine sessuale, tipo: fare sesso col tuo capo, farlo in tre etc. (A proposito di questo apro una veloce parentesi su un test molto famoso in America, ovvero il "purity test" o test di purezza che si voglia dire, per chi fosse interessato a misurare la propria purezza c'e' una versione in italiano piuttosto fedele all'originale QUI, p.s. il mio punteggio e' 62). CMQ ritornando alle cose da fare prima dei 30 che veramente hanno un senso l'unica lista dal mio punto di vista che sia piu' meno interessante e' questa...

p.s. aspetto qualche commento sopratutto dagli over 30...

Lester Burnham (Kevin Spacey): "It's the weirdest thing. I feel like I've been in a coma for about twenty years and I'm just now waking up."
Lester Burnham: "No. I'm just an ordinary guy with nothing to lose."
Lester Burnham: "It's a great thing when you realize that you can still surprise yourself."
Ricky Fitts (Wes Bentley): "Sometimes there's so much beauty in the world I feel like I can't take it."

venerdì, settembre 09, 2005

Wake Me Up When September Ends

"...And these children
that you spit on
as they try to change their worlds
are immune to your consultations.
They're quite aware
of what they're going through..."
David Bowie

Ed e' giunto il momento di tornare a casa! Casa che e' ancora mia per un paio di mesi, ma e' sempre casa. In questo periodo iniziavo a ricevere email da amici della serie, ma che fine hai fatto?, A ro' cazz staje? Quando ritorni?, ma la conferma che mancavo da tempo l'ho ricevuta quando un mio amico mi ha telefonato l'altro giorno dicendomi che prima di chiamare avevano letto la lista dei passeggeri dell'ATR caduto, con la preoccupazione che fossi tra i deceduti. Beh allora veramente manco a Trento da un bel po' di tempo! Di solito ho sempre avuto un velo di tristezza prima di partire, ma questa volta no (beh forse dovrei aspettare fino a domenica per dirlo). Sara' forse che questa volta so che la mia partenza e' a tempo determinato, so che a fine Ottobre dovro' rinunciare per un po' alla mia indipendenza, e so che tornare a casa dei miei sara' traumatico. Quindi mi voglio godere questi ultimi due mesi, in casa mia, in una citta' che non mi e' mai piaciuta, ma dove la sera quando rientro mi sento rilassata, dove i pochi amici che ho mi conoscono bene tanto che non devo fingere di essere qualcuno che non sono.

"Dear Mr. Vernon, we accept the fact that we had to sacrifice a whole saturday in detention for whatever it is we did wrong, but we think you're crazy for making us write an essay telling you who we think we are. You see us as you want to see us, in the simplest terms, in the most convenient definitions. But what we found out, is that each one of us is a brain, and an athlete, and a basketcase, a princess, and a criminal. Does that answer your question? Sincerely yours, The Breakfast Club."

mercoledì, settembre 07, 2005

Il Vaso di Pandora

Erano troppo cattivi e superbi gli uomini da qualche tempo. Giove, il possente nume che governava il Cielo e la Terra ne era proprio stanco."Bisogna punirli" si disse. E, chiamato presso il suo trono il fabbro Vulcano gli comandò di fabbricargli una donna. "Fabbricare una donna!!! Ma non é la stessa cosa che cesellare lo scudo di Minerva o sbalzare l'armatura di Marte!" gli disse.

Con le braccia vigorose, la modellò in argilla dal capo alle piante, la fece disseccare, le plasmò con dita sapienti un volto soave, la colorò di tenero rosa e le diede come anima una scintilla del fuoco divino che ardeva nei forni immensi dell'Olimpo. Allora la donna aprì gli occhi, sorrise e le sue membra si mossero con grazia; era in tutto simile alle bellissime Dee. Giove volle offrire il suo dono alla bellissima mortale, prima di mandarla fra gli uomini."Io ti metto nome Pandora " disse Giove. "E il tuo nome vuol dire la donna "di tutti i doni" e a quelli che hai ricevuto ora, aggiungo il mio. Eccolo, tu porterai questo vaso con te, quando andrai sulla terra. Esso contiene tutti i mali che possono far piangere, soffrire, rovinare gli uomini. Guardati dunque dall'aprirlo, essi sfuggirebbero tutti per il mondo; mentre invece chiusi lì dentro, rimarranno imprigionati in eterno e non potranno nuocere a nessuno". La donna accolse grata il dono del nume e su di un cocchio a forma di cigno, scese sulla Terra ove il Fato aveva stabilito che dovesse diventare la sposa di un re. Ma la curiosità, a poco a poco, prese a roderle il pensiero: che cosa dunque conteneva il prezioso vaso intarsiato donatole da Giove? Tutti i mali aveva detto il nume? Ma come erano fatti? Quali erano? E se avesse aperto appena un pochino il coperchio e avesse curiosato con precauzione da uno spiraglio?

Piano piano la donna sollevò il coperchio, ficcò il viso nella breve fessura, ma dovette staccarsene subito inorridita. Un fumo denso, nero e acre usciva a folate enormi dal vaso e mille fantasmi orribili si delineavano in quelle tenebre paurose che invadevano il mondo e oscuravano il sole. C'erano tutte le malattie e tutti i dolori e tutte le brutture e tutti i vizi. E, tutti rapidi, inafferrabili, violenti, uscivano dal vaso irrompendo nelle case tranquille degli uomini. Invano Pandora, cercava affannosamente di chiudere il vaso, di trattenere i Mali e di rimediare al disastro. Il Fato inesorabile si compiva e da quel giorno la vita degli uomini fu desolata da tutte le sventure scatenate da Giove. Quando tutto il fumo denso fu svaporato nell'aria e il vaso parve vuoto, Pandora guardò nell'interno: c'era ancora un grazioso uccellino azzurro; era la Speranza, l'unico bene rimasto ai mortali a conforto delle loro sventure.

Giove aveva punito gli uomini con la curiosità rovinosa di Pandora, aveva voluto che i Mali fossero liberi di causar loro infiniti castighi, ma aveva anche donato alla vita travagliata che egli stesso aveva imposto all'umanità, un dolce azzurro conforto: la Speranza che non abbandona nessuno.


Stasera ho rivisto in TV la puntata di SatC da cui ho preso spunto per il nome del blog. E' la prima sera che passo a casa da tre mesi a questa parte, ma e' la prima sera in cui stranamente mi sento tranquilla, il mio vaso di Pandora non e' stato certo richiuso, ma l'uccellino azzurro e' al mio fianco e mi rasserena. Chiudo questo post e la giornata con un'altra citazione...

"After all, computers crash, people die, relationships fall apart. The best we can do is breath and reboot"

martedì, settembre 06, 2005

Angeli e Demoni, ovvero dare il giusto valore alle persone

Settembre 1995, dieci anni fa, forse il periodo piu' brutto della mia vita. Chi mi conosce da allora sa di cosa sto parlando, per chi non mi conosce, I apologize, ma non saro' qui a raccontarlo perche' la ferita brucia ancora troppo. Cmq dieci anni fa ero a pezzi, senza scherzare, mi alzavo la mattina dal letto solo perche' dovevo farlo, non avevo piu' voglia di vivere e mi sentivo piu' senza motivazioni per andare avanti. Avevo vissuto felice fino ad allora, diciott'anni e un avvenire davanti, e poi, e poi mi era stato tolto tutto. Eppure mi sono rimessa in piedi, e contraddicendo il mio egocentrismo devo dire che non l'ho fatto da sola. Due persone mi hanno aiutato, due amici che mi hanno fatto finire tutti gli esami all'universita' al primo semestre con la media del 29, che mi hanno fatto riapprezzare la vita di nuovo, ho riscoperto i valori, la bellezza, la fede. E poi, e poi di loro ormai non ho piu' notizie da molti anni, ma mi piace pensare che loro conservino un buon ricordo di me, cosi' come io lo conservo di loro.

Ieri sera, ennesima notte insonne, mi e' venuto da pensare come nella mia vita, nei momenti di solitudine e abbattimento il destino mi abbia sempre mandato delle persone speciali a tenermi compagnia ed ad aiutarmi, in ogni momento della mia vita, quando ne avevo piu' bisogno, ho sempre conosciuto qualcuno o ho avuto affianco un vecchio amico con cui ho camminato per la mia strada. E sono queste le persone di cui ho piu' rispetto, quelle che ti sanno ascoltare senza giudicare, quelle che sanno quando non hai voglia di parlare e che poi ti costringono a parlare quando ne hai piu' bisogno. Il rispetto di una persona non si basa soltanto sulla sua intelligenza, ma anche sui suoi valori morali e sulla sua capacita' di giudizio. Il mio pensiero e il mio rispetto vanno tutte quelle persone presenti e passate che sono state angeli nella mia vita, cui io a volte, piena di cinismo e di diffidenza verso il genere umano non ho dato immediatamente credito, ma che col tempo ho imparato ad apprezzare e stimare e che ora occupano un posto speciale nel mio cuore.

Com'e' facile dare ascolto e dire cattiverie, ma la cosa che mi consola, lo so sono un'eterna ottimista, che ci sara' sempre qualcuno che sapra' leggere nel tuo cuore, che sapra' capire che quelle cattiverie non te le meriti proprio, che ti dara' una mano a valutare quali sono le persone che rappresentano i demoni della tua vita e quali no.

p.s. ieri sera ho visto Madagascar, non ricordo esattamente le battute, ma due che mi hanno fatto ridere particolarmente, facevano cosi' (piu' o meno):
1) Scimmia all'altra scimmia: "se hai un po' di cacca conservata... ora e' il momento di tirarla!"
2) Il leone alla zebra: "Io ti clono... e uccido tutti i tuoi cloni!"

lunedì, settembre 05, 2005

Personality Disorder Test Results

Visto che siamo in tema di disordini mentali, e a quanto pare dal test cui sopra io non sono messa troppo bene (p.s. io avevo sempre pensato di essere una compulsiva, invece a quanto pare no!), mi servirebbe il buon vecchio Freud con la sua interpretazione dei sogni perche' sono ormai due mesi a questa parte che faccio sempre lo stesso (anzi gli stessi) sogni e che mi intossicano la giornata.
1) In sette anni di fidanzamento mi era capitato molto, ma veramente molto raramente, di sognare il mio allora fidanzato. Ora da quando ci siamo lasciati puntualmente o lui o XX XXXXXXXXXXXXXX (e le ho fatto un complimento!) XXXXX XXX XXXXX XXXXXXX o a volte anche tutte e due insieme vengono regolarmente ad infastidirmi durante il sonno. Ora vada per XX XXXXXX XX XXX in quanto almeno durante il sonno un paio di parolacce e schiaffi mi tolgo la soddisfazione di darli, ma lui... non si puo' soffrire. Mi sono sempre chiesta perche' si facessero gli incubi, quale fosse l'utilita' per la nostra mente, anche se nel mio caso non e' un vero e proprio incubo..., potrebbe anche essere un sogno piacevole se non fosse che poi quando mi sveglio e ci penso mi intossico la giornata. Ora credo realmente che la mia mente sia piuttosto masochista o che banalmente tutte le donne trovino un sottile piacere nel dolore e nell'autotortura, altrimenti non si spiega perche' io continui a fare lo stesso sogno tutte le notti!
2) C'e' un'altro sogno che faccio regolarmente tutte le notti, anzi in realta' non e' sempre lo stesso sogno ma ci sono sempre gli stessi protagonisti, cioe' io e due ragazzi. Non scaldatevi, niente di sessuale, ma la cosa curiosa che questi due io non so minimamente chi cavolo siano, cioe' non solo non li conosco personalmente, ma non li ho nemmeno mai visti, due personaggi di completa e pura immaginazione! Come si fa a sognare qualcuno che non si conosce cosi' nei minimi dettagli???

lunedì, agosto 29, 2005

Via da Las Vegas...

Vivere travolti dalle correnti, seguendo quel senso di irrequietezza che ti fa muovere, che non ti lascia stare fermo, che risiede nelle viscere calde della tua anima e che continua a torturarti, non ti lascia riposare. Sinceramente pensavo che questa volta sarebbe durata di piu', che per un po' sarei riuscita a fermarmi, a riposarmi, a mettere radici. Si, pensavo proprio che ritornare a casa, ritornare nel luogo dove tutto e cominciato, dove le facce amiche e familiari dei passanti, i luoghi che potresti descrivere ad occhi chiusi come il dipinto che e' appeso al muro, i suoni e gli odori che portano con se tanti ricordi di una vita, si, pensavo che per un po' mi avrebbero fatto riposare, rasserenare, confortare. Ma il vento ha ripreso a soffiare, posso iniziarne a sentirne il sibilo, sento che lentamente inizia a spingermi, come una carezza la cui intensita' cresce di giorno in giorno, ma anche come uno scossone improvviso, che solo per un istante mi fa perdere l'equilibrio, mentre sto per cadere. Cavolo, stavolta ci avevo creduto davvero, pensavo tra me e me "ho passato gli ultimi anni a scappare da un posto all'altro in cerca di qualcosa che non ho mai trovato; ho visto mille posti, vissuto in mille case diverse, conosciuto mille persone, ma forse quello che cercavo era a casa!", come Dorothy al ritorno dal mondo di OZ. E invece no, sono di nuovo irrequieta, mi sento ancora quella bomba inesplosa nello stomaco che ho dall'eta' di diciotto anni, sento ancora che devo muovermi, andare, per evitare che mi distrugga. Si, ma dove? Sono sempre partita con una meta ben definita e una situazione che mi legava alla mia citta', ma ora non ho piu' legami e non ho mete, credo che questa volta lasciero' fare al destino, spero che il vento mi spinga nella direzione giusta!


Il danno - Josephine Hart
C'è un paesaggio interiore, una geografia dell'anima;
ne cerchiamo gli elementi per tutta la vita.
Chi è tanto fortunato da incontrarlo,
scivola come l'acqua sopra un sasso,
fino ai suoi fluidi contorni, ed è a casa.
Alcuni lo trovano nel luogo di nascita;
altri possono andarsene, bruciati, da una città di mare,
e scoprirsi ristorati nel deserto.
Ci sono quelli nati in campagne collinose
che si sentono veramente a loro agio
solo nell'intensa e indaffarata solitudine della città.

martedì, agosto 16, 2005

My Summer of Love


















Dopo l'odissea del viaggio di ritorno (sara' durato circa 24 ore) e fortunatamente allo scuro dell'ennesimo incidente aereo, sono di tornata dall' "Isola dell' Ammmore"! Stanchezza accumulata: infinita, gradi alcoolici: infiniti anch'essi, ma non abbastanza (credo di essere al ciglio dell'alcoolismo visto che per quanto possa bere gli effetti sono nulli :-P), persone conosciute: ... l'isola e' piccola, ma la gente e' tanta! Beh direi che nel complesso una vacanza cosi' mi ci voleva, diciamola pure tutta.... mi mancava da un sacco di tempo!!!!!

Non raccontero' cosa ho fatto in vacanza, nemmeno quello che e' successo, mi limitero' a commentare soltanto qualcosa come spunto di riflessione.

1) Vivendo su un isola popolata soltanto da trentenni single, dove la legge dei grandi numeri fa si che gli sforzi per trovare compagnia per la serata si riducano soltanto soltanto all'approccio diretto... tanto, come si dice, su dieci tentativi uno ne va sempre in porto... mi viene da pensare che forse a me le storie di una sera non mi interessano poi cosi' tanto. Forse andavano bene dai 14 ai 20 anni, ma la mancanza di emozioni e la pletora dell'universo maschile mi lasciano piuttosto interdetta. Non sono nemmeno la tipa da segnare punti e "bandierine" per farsene un vanto, cosa che spesso i maschietti immaturi fanno e quando alle 6 di notte mi si pone la domanda: "allora come e' andata la serata, quanta acchiappanza hai fatto?" mi chiedo come sia possibile il numero di persone che ti hanno abbordato durante la giornata possa essere indice di quanto ti sei divertita!

2) E' sempre piacevole a gratificante avere vicino un bel ragazzo, ma non e' certo la bellezza a suscitare le emozioni (parlo sempre e ovviamente per l'universo femminile, per quanto riguarda il maschile a volte basta mooolto di meno). Saro' fatta male (e come me molte altre donne), ma a me se non mi intrigano per qualche altro motivo non ci provo gusto. Mi viene Brad Pitt a baciarmi senza avermi detto una parola e' l'unica senzazione che provo e' NOIA!!!!! (beh forse pero' questa e' una cazzata!)

lunedì, agosto 08, 2005

Vacanze 2005, atto secondo

Arrivo sull'isola dopo 24 ore di viaggio ininterrotto, infatti sono arrivata da Edimburgo alle 4 di notte, la mattina sono uscita col caro Corrado, il quale ha pensato bene di farmi ubriacare a mezzoggiorno e poi di portarmi a spasso per Roma tutta RINCOGLIONITA sotto un sole cocente. Quanto meno ha avuto la buonta' di cuore di portarmi all'aeroporto in macchina!!! Arrivo a Ibiza alle ore 2,00 am. un'ora di traghetto e arrivo a Formentera diciamo intorno alle 4, distrutta, sfasciata... scendo dal pulmann e mi ritrovo un comitato di accoglienza di 7 persone stile hawaii, solo che questa volta invece di porti al collo una collana di fiori, Lauretta mi porge in mano direttamente un birra! ... Iniziamo bene!!!!!

sabato, agosto 06, 2005

UK... un anno dopo

Beh, visto che oggi pomeriggio sono in partenza per tornare in Italia, prima di ripartire nuovamente domenica per la Spagna credo che sia il caso di fare il punto di questi nove giorni. Dal punto di vista lavorativo direi che alla fine me la sono cavata, avrei potuto buttare tutto nella merda, visto che in quast'ultimo mese non sono riuscita a combinare un bel niente, pero' no, il mio istinto di sopravvivenza e di conservazione come al solito e' riuscito a tirarmi fuori dai guai. Anche dal punto di vista sociale non e' andata niente male (tanto di cappello a o'francese che esce sempre a compagno con tutti!), ho conosciuto gente simpatica, bevuto buona birra, avuto una completa visione della gioventu' inglese. Ma il motivo di riflessione principale rimane sempre uno: come mai quando sei fidanzata sei interessata ed attratta da alcuni uomini ed invece quando sei single e rincontri gli stessi uomini ti rendi conto che forse poi non erano cosi' interessanti? Beh visto che la storia la sapete gia' non mi dilunghero' molto. Pero' devo ammettere che la prima volta che incontrai il tipo dallo sbadiglio facile ne ero molto attratta. Si si, ho mentito, ma questa di UK Last Year e' un'altra storia. Attraente, come ho gia' detto, lo era anche ora, pero' cosa e' cambiato in me? Forse quando siamo in una relazione di coppia andiamo cercando intimita' con dei completi sconosciuti che in un certo senso conpensi quello che manca nella relazione, e forse col tempo quello che manca, quello che vogliamo cambia. Si ok, ma razionalmente cos'e' che ci fa decidere se una avventura deve essere portata a termine e un'altra no! E' anche questo istinto di soppravvivenza? Ne abbiamo parlato tanto in questi giorni, ho fatto bene, ho fatto male, mi dovevo far passare lo sfizio, ma infondo non lo so, non sono una persona che vive di rimpianti e rimorsi (potevo fare quello, potevo fare questo), sono piuttosto fatalista. Beh forse se ne riparlera' l'anno prossimo per la puntata "Luglio in UK" parte tre.

lunedì, agosto 01, 2005

Uomini pigri o donne troppo facili?

Essendo fuori dal mercato del "dating" da un bel po' di tempo devo constatare con stupore che le cose sono cambiate notevolmente, o che forse il modo di approcciarsi arrivati sulla trentina cambia di netto. Cmq partiamo dall'inizio. Ieri sera sono uscita con un gruppo di amici di vecchia e nuova data per andare in giro per locali e ascoltare un po' di jazz (visto che ad edimburgo in questo periodo c'e' il festival jazz). Tra di noi, tutti italiani, tutti con minimo una laurea, anche se residenti nei posti piu' svariati del mondo e c'era anche un ragazzo che avevamo conosciuto l'anno scorso a Liverpool, belloccio, simaptico e generalmente piuttosto brillante. Fatta una certa ora molti di noi decidono di andare a casa e io decido di accompagnare lui a mangiare un boccone in modo da bere l'ultima tennent's. Ovviamente entrambi eravamo piuttosto distrutti, non semba a dirsi, ma il dovere sembrare intelligenti, brillanti e colti durante tutta la giornata, e farlo in inglese dormendo poco, stanca abbastanza. Durante tutta la serata doveva essere stato chiaro (ovviamenteper gli altri e non per me) che lui stesse flertando, dico chiaro perche' in effetti il genere di conversazione e le domande che mi faceva erano piuttosto monotematiche. Arrivati al pub lui ordina del cibo, mi compra una birra (senza che io glielo avessi chiesto) e si siede al tavolo. Inizia a mangiare, beve, ad un certo punto inizia anche a sbadigliarmi in faccia. Io bene o male cercavo di instaurare una conversazione, non per altro per evitare di farmi 2 palle esagerate. Lui invece niente, cibo, birra e sbadigli. Ora forse tutto sembrarebbe normale se non fosse che lui accompagnandomi a casa ci ha provato con l'intezione di venire a "dormire" da me! Ora mi chiedo, da quando e' diventato normale per un uomo carino trentacinquenne pensare che una donna venga a letto con te solo per il fatto che sei carino, senza nemmeno esserti sforzato ad instaurare una conversazione decente e per lo piu' avendole ripetutamente sbadigliato infaccia? Ovviamente non c'e' nemmeno da dire come e' finita la serata per lui! A parte il fatto che di solito a me piacciono uomini un po' piu' intraprendenti, anche serispetto e concorco con la teoria della mia amica secondo la quale gli uomini intraprendenti sono quelli che alla fine ti tradiscono, e' veramente cosi' facile per un uomo carino tando da dartgli la presunzione di non doversi nemmeno sforzare un attimino? A questo punto mi sa che la risposta e' solo una, gli uomini sono diventati troppo pigri perche' noi care amiche mie, siamo diventate troppo facili! Lo so che quacuna potrebbe obbiettare che arrivati sulla trentina trovare un individuo decente e' un impresa ardua, si va beh, ma che cavolo!

venerdì, luglio 22, 2005

... ricomincio da Roma

18 Settembre 1997: Tre amici single, due ingegneri e un fisico (cazzo, questo brutto vizio di frequentare ingegneri non me lo sono tolto) partono in macchina alle 6.00 di mattina in direzione Roma, Aeroporto dell’Urbe. Caldo, troppo caldo e in macchina c’era una sola voce dallo stereo, una sola musica giusto per essere monotoni o forse per prepararci all’evento. Ore 10 eravamo gia’ davanti ai cancelli e c’era gia’ tanta gente… Ore 13 qualche misericordioso decide di aprire i cancelli in anticipo ed entriamo. Io nella ressa sto per rimetterci un polso, ci sono andata molto vicino (a pensarci bene forse e’ per questo che in questi giorni mi fa male!). I cani antidroga se la prendono con Fabio (che forse e’ una delle uniche persone al mondo ad non aver mai fumato!), ma noi corriamo, corriamo tanto e alla fine arriviamo li’ sotto al palco, li’ dove volevamo arrivare! E poi ancora caldo, tanto caldo, il cemento bollente dell’aeroporto innalzava la temperatura di almeno dieci gradi ed aravamo annoiati e stanchi. Ma al calare della notte cambio’ tutto, una miriade di sensazioni diverse ci riempiva l’anima, ci ristorava e ci dava forza. Una stupenda sensazione invadeva i nostri cuori e ci dava gioia, una gioia che non sarebbe terminata con la notte, ma sarebbe durata per molti mesi.

22 Luglio 2005: sono pronta di nuovo, otto anni sono passati. Di uno dei miei compagni d’avventura ho perso le tracce, l’altro si e’ sposato, io ho qualche ferita in piu' sulla pelle e un po' di esperienza, ma questa volta ho accanto la mia migliora amica. Sono pronta, di nuovo a Roma, di nuovo single e di nuovo felice e aspetto domani!

mercoledì, luglio 20, 2005

Gone!

oh you know how it is
wake up feeling blue
and everything that could be wrong is
including you
black clouds and rain and pain in your head
and all you want to do is stay in bed

but if you do that you'll be missing the world
because it doesn't stop turning whatever you heard
if you do that you'll be missing the world
you have to get up get out and get gone!

yeah this is really it...

ROBERT SMITH

Coincidenze o Segni del Destino?

Beh questo e’ un interrogativo che mi pongo da sempre. Da scienziata e persona razionale (quale a volte sostengo d’essere) direi che sono tutte cazzate, che il destino non esiste, figuriamoci se poi ci manda anche dei SEGNALI! Ma a volte mi piace pensare che non siano tutte coincidenze, che a volte, quando meno te lo aspetti, qualcosa di insignificante, qualcosa di assolutamente banale ti fa cambiare idea, ti fa rendere conto di qualcosa che ignoravi o solamente non volevi vedere. Si, forse sto delirando, forse e’ che dormo poco e male o forse (come direbbe qualcuno) il mio “unico neurone” ha smesso di funzionare anche lui. Cmq voglio raccontare una storia: Luglio 2004 (chi sa perche’ poi a me i segni arrivano sempre prima dell’estate!).

Allora Luglio 2004, 3 di notte, stazione dei treni di Manchester (UK):
era una serata strana, io e il mio amico Paolo eravamo alla stazione dopo una serata passata in un locale di Manchester e una settimana passata a Liverpool. Sfatti, distrutti, con la voglia di dormire e andare finalmente a casa, ma dovevamo aspettare fino alle 5 per prendere il treno e andare all’aeroporto. Ora tutti sapranno che le stazioni non sono il posto piu’ bello del mondo dove trascorrere la notte, e soprattutto quella di Manchester in mezzo a barboni e alcoolisti non era delle migliori! Ma non era questo il problema, il problema era piuttosto quello che sentivo. Era stata una serata strana, una di quelle serate in cui hai un malessere, un qualcosa che ti disturba, ma non sai ne’ da dove viene, ne’ da cosa e’ causato. Una di quelle serate in cui senti che nella tua vita c’e’ qualcosa che non va’, qualcosa che non dovrebbe essere cosi’ com’e’, si ma poi cosa? Una di quelle serate in cui ti senti di far parte della depressione cosmica, e non e’ perche’ sai di dover tornare a casa da un viaggio, viaggio che per quanto possa essere di lavoro ha sempre qualcosa che ti cambia (e’ per questo che io AMO viaggiare). Cmq, per farla breve, io alzo gli occhi ad un cielo stellato e afoso, tipico di una notte d’estate in una citta’ industriale quando le stelle sembrano essere piu’ brillanti per l’effetto dell’inquinamento, e vedo sulla cima di un grattacielo la scritta “PORTLAND BANK” e penso: cavolo, guarda che coincidenza (cfr. io stavo aspettando la risposta per il mio stage a Portland - USA), che nome strano per una banca. E in quel momento ho avuto la sensazione che le cose si sarebbero messe a posto, mi sentivo tranquilla, sapevo che era un segno. Ma la cosa piu’ inquietante e’ stata che, tornando a casa e controllando la posta, ho scoperto che in quel preciso istante, nell’istante in cui io guardavo quella scritta, esattamente in quel istante all’altro capo del mondo qualcuno mi mandava una email per annunciarmi che mi avevano accettato, che a presto sarei partita per un lungo viaggio, una nuova avventura che mi avrebbe cambiato… di nuovo….

Beh, morale della favola, forse ai SEGNI DI UNA NOTTE DI MEZZ’ ESTATE io ci credo…

martedì, luglio 19, 2005

Conclusions and Future Work

Nella vita, nelle storie d’amore c’e’ un momento, c’e’ un certo, preciso istante di tempo, c’e’ sempre, in cui scegli: posso resistere o cedo… ed e’ quello il momento in cui capisci di non amare piu’, il tradimento ne e’ una conseguenza. Se guardo indietro nella mia vita posso individuare il mio momento, il momento (se c’e’ stato) in cui ho smesso di amare. Ed e’ forse questo quello che ho imparato. Mi rimane la speranza un giorno di innamorarmi, di avere la possibilita’ di rivivere tutte quelle sensazioni meravigliose che fanno si che le storie debbano essere vissute fin in fondo, fino a quando si riesce ad essere sinceri, fino al quel fatidico momento in cui si capisce che non si ama piu’. E’ strano, non ci avevo mai pensato, gli amori non si dissolvono lentamente, ma e’ un preciso istante in cui avviene tutto, tutto quello che segue, che noi interpretiamo come il dissolversi dell’amore, e’ soltanto la consapevolezza che noi veniamo acquistando dopo quel determinato momento. Se tutti fossimo consapevoli che questo momento esiste forse saremmo piu’ attenti a quello che facciamo o che diciamo perche’ in quel momento si rompe qualcosa che e’ impossibile risanare. Spero che un giorno nella mia mente rimangano soltanto i ricordi di momenti felici e quelli brutti col tempo perdano di intensita’. Dicono sempre che le donne fanno piu’ di un figlio perche’ anche se ricordano la sensazione, l’intensita’ del dolore non si puo’ ricordare, ma infondo non e’ stata una mia scelta.

lunedì, luglio 18, 2005

Ex and the City

Carrie: Your girl is lovely, Hubble.
Big: I don't get it.
Carrie: And you never did.

Carrie: Maybe some women aren't meant to be tamed.
Maybe they're supposed to run wild until they find someone -- just as wild -- to run with.

domenica, luglio 17, 2005

Alla Ricerca dell'Impeto Perduto

“Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente;
si limitano a piangere sulla propria situazione.
Ma quando si arrabbiano,
allora si danno da fare per cambiare le cose.”

MALCOM X

“L’odio e’ un liquore prezioso,
un veleno piu’ caro di quello dei Borgia;
perche’ e’ fatto con il nostro sangue, la nostra salute,
il nostro sonno e due terzi del nostro amore.
Bisogna esserne avari.”

CHARLES BAUDELAIRE

sabato, luglio 16, 2005

IL PAGURO BERNARDO

(ovvero perché iniziare un blog)

Il buon caro vecchio diario segreto è morto definitivamente? ...non credo proprio! Sempre stata contrarissima a mettere in piazza pensieri e sentimenti, i blog li ho sempre reputati un ricettacolo di esibizionisti ed egocentrici, soprattutto i blog femminili, a chi puo’ mai interessare la vita privata di qualcuno se non a voyeur, familiari e amici morbosi? Saranno un tot d’anni che non scrivo e in questo periodo di cambiamento (di riavvio piuttosto, cfr. il dominio del blog) mi e’ capitato di riprendere in mano i vecchi diari d’adolescente. Da qui ho riletto la storia del “Paguro Bernardo”, storia scritta sette anni fa, e ho ricordato cose che non ricordavo, ho pensato cose che non credevo avessi mai pensato, ho rivissuto momenti tramite le mie parole. A volte quello che siamo stati, quello che scriviamo e’ il modo piu’ facile d ritrovare se stesi per ricominciare… Un altro diario? ASSOLUTAMENTE NO, e poi credo che alla soglia dei trent’anni le stupidate sentimentali da adolescenti sono soppiantate dal cinismo e sarcasmo. Non un blog di vita, ma un blog di idee. C’e’ chi mi ha detto che in tutto quello che diciamo (citando testualmente: “anche se parli del salumiere sotto casa tua”) c’e’ un po’ della nostra vita, allora perche’ esporla cosi’ tanto? Beh io credo che anche in tutto quello che facciamo c’e sempre qualcosa di noi, anche nelle cose piu’ stupide, la nostra vita e’ sempre esposta, forse solo non in modo cosi’ chiaro!


"The truth that makes men free
is for the most part
the truth that men prefer not to hear"
HERBERT AGAR

giovedì, luglio 14, 2005

The Eternal Sunshine of the Spotless Mind

"Beati gli smemorati
perchè avranno la meglio
anche sui loro errori"


FRIEDRICH NIETZSCHE